Rapidità

L’orologio è il primo simbolo di Shandy, - scriveva Carlo Levi, - sotto il suo influsso egli viene generato, ed iniziano le sue disgrazie, che sono tutt'uno con questo segno del tempo. La morte sta nascosta negli orologi, come diceva il Belli; e l’infelicità della vita individuale, di questo frammento, di questa cosa scissa e disgregata, e priva di totalità: la morte, che è il tempo, il tempo della individuazione, della separazione, l’astratto tempo che rotola verso la sua fine. Tristram Shandy non vuol nascere, perché non vuol morire. Tutti i mezzi, tutte le armi sono buone per salvarsi dalla morte e dal tempo. Se la linea retta è la più breve fra due punti fatali e inevitabili, le digressioni la allungheranno: e se queste digressioni diventeranno così complesse, aggrovigliate, tortuose, così rapide da far perdere le proprie tracce, chissà che la morte non ci trovi più, che il tempo si smarrisca, e che possiamo restare celati nei mutevoli nascondigli.
 (Calvino, Lezioni americane, Sei proposte per il prossimo millennio, Visibilità) 

A volte dietro la banalità delle cose si nasconde qualcuno che va oltre la loro semplice funzione. L’orologio, un oggetto che fa parte della vita di tutti giorni, nasconde dietro di sé un concetto che nei secoli è stato analizzato dalle varie filosofie.
Risultati immagini per disintegrazione della persistenza della memoria
Dalí, disgregazione della persistenza della memoria.
Se esiste...
Se si accetta la sua esistenza, il tempo, che sia oggettivo o soggettivo, rappresenta un flusso di eventi finiti, che in quanto tali si concludono, individuando questo istante ultimo con la morte. Pensare che questa sia solo un privilegio dell’uomo è errato, che sia animato o inanimato, tutto prima o poi muore, sparendo nel nulla, tornando dove era prima della nascita. Muoiono le stelle, muoiono i pianeti, muoiono le particelle, muoiono gli animali e le piante e muoiono gli uomini. Ma finché a morire è qualcosa che non ci tocca, questa non ci preoccupa.
Risultati immagini per tempo della vita
...non si può fuggire dal tempo
Solo dopo aver preso coscienza dello scorrere inesorabile del tempo l’uomo vive costantemente angosciato da questo, interrogandosi sul suo passato, vivendo nei rimpianti e tra i sogni e sprecando il tempo che gli resta anziché godere di ogni singolo secondo della sua vita.
Proprio il tentativo di fuggire dalla morte porta gli scrittori ad allungare il tempo dando l’illusione di non raggiungere mai la temuta fine, nella speranza che le digressioni possano diventare così complesse, aggrovigliate, tortuose, così rapide da far perdere le proprie tracce nella speranza che la morte non ci trovi più, che il tempo si smarrisca e che possiamo restare celati nei mutevoli nascondigli, speranzosi di lasciare qualcosa di noi nella memoria di chi ci circonda, qualora la fuga fosse veramente vana.

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