Visibilità, immaginazione

"Dalla magia rinascimentale d’origine neoplatonica parte l’idea dell’immaginazione come comunicazione con l’anima del mondo, idea che poi sarà del Romanticismo e del Surrealismo. Questa idea contrasta con quella dell’immaginazione come strumento di conoscenza, secondo la quale l’immaginazione, pur seguendo altre vie da quelle della conoscenza scientifica, può coesistere con quest’ultima, e anche coadiuvarla, anzi essere per lo scienziato un momento necessario per la formulazione delle sue ipotesi. Invece, le teorie dell’immaginazione come depositaria della verità dell’universo possono andare d’accordo con una Naturphilosophie o con un tipo di conoscenza teosofica, ma sono incompatibili con la conoscenza scientifica. A meno di separare il conoscibile in due, lasciando alla scienza il mondo esterno e isolando la conoscenza immaginativa nell'interiorità individuale."
 (Calvino, Lezioni americane, Sei proposte per il prossimo millennio, Visibilità)

Nascendo entriamo per la prima volta in contatto con il mondo e ne facciamo esperienza attraverso i sensi. Ogni sensazione in ogni istante della nostra vita viene rielaborata e archiviata nella memoria, e anche quando non ne siamo consapevoli questa riemerge, velata da simboli onirici. Ogni singola nostra azione, per quanto spontanea ci possa sembrare, tiene conto di tutte le volte che abbiamo eseguito lo stesso gesto, adattandolo di situazione in situazione al contesto. Per questo motivo quando dobbiamo fare qualcosa mai fatta prima d’ora ci assale un certo senso di angoscia che svanisce subito dopo aver capito che la preoccupazione era infondata e che le cose sono più facili di quanto si possa immaginare.
Nella sua lezione sulla visibilità Calvino inizia proprio parlando dell’immaginazione e ricordando che questa nel Rinascimento veniva considerata mezzo di comunicazione con l’anima del mondo, idea che poi sarà del Romanticismo e del Surrealismo, contrastante con quella secondo cui possa essere strumento di conoscenza, ovvero può coesistere con quest’ultima, e anche coadiuvarla, anzi essere per lo scienziato un momento necessario per la formulazione delle sue ipotesi.
Nel campo scientifico senza dubbio si cercano sempre idee nuove che siano in grado di mettere insieme le varie teorie e sicuramente ci vogliono fantasia, ovvero la capacità di creare immagini partendo da ciò che ci è familiare, e immaginazione, ovvero la capacità di comprendere i legami più profondi tra l’uomo e il mondo. Però a volte ci si dimentica che ogni teoria scientifica coincide con una teoria filosofica e inevitabilmente questa influenza il rapporto tra uomo e mondo, anche questo conoscibile per mezzo dell’immaginazione.
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Leonardo Caffo, la vita di ogni giorno,
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a stare al mondo
Così per esempio un’azione è per noi inimmaginabile quando non siamo in grado di capire i collegamenti tra questa, il mondo e noi stessi e uno spazio con più di tre dimensioni è per noi inimmaginabile quando non riusciamo a capire le possibili implicazioni nella concezione del mondo stesso. Senza dimenticare però che qualcosa inimmaginabile per noi può non esserlo per gli altri. A questo punto allora l’immaginazione potrebbe avere una duplice funzione, conoscere il mondo con la scienza e conoscere l’uomo e il mondo nel loro significato più profondo. A queste due funzioni si può aggiungere una terza funzione, quella di mezzo che permette di estraniarsi dalla realtà di fuggire dal mondo per vagare tra i sogni, proprio come accade leggendo un libro quando si riesce ad entrare e rifugiarsi in una nuova dimensione che permette di vedere il mondo da un altro punto di vista. Ma anche in questo caso il risultato sarebbe lo stesso: cercare di comprendere le relazioni tra uomo e mondo.

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